Conferenza del Prof. (Emeritus) Fulvio Irace, Politecnico di Mlano
L’invenzione del “Made in Italy”. Dal Salone del Mobile a Gio Ponti
In inglese.
Il design, troppo a lungo confinato all’ambito della produzione materiale di “oggetti”, deve confrontarsi oggi con la sfida dell’intangibile, spostando progressivamente l’attenzione dai beni materiali al mondo del comportamento e della comunicazione.
La fiera internazionale del mobile, che dal 1961 si tiene a Milano sotto il nome di Salone del Mobile, è la perfetta dimostrazione di come il design si sia evoluto rapidamente dalla semplice esposizione di oggetti ad una più complessa organizzazione mediatica che mira a rimodellare il complesso urbano milanese in una sorta di scenografia internazionale.
La conferenza intende ricostruire questo processo, risalendo alle origini rintracciabili negli sforzi operati da Gio Ponti per promuovere la qualità e l’unicità della creatività italiana attraverso il meme “Made in Italy”. Nel 1966, con la rivista “Domus” Ponti promuoveva una serie di iniziative fieristiche – EURODOMUS – volte a rappresentare la varietà e la ricchezza della moderna produzione qualificata italiana. Si avvertiva la necessità di un nuovo formato espositivo, che fu trovato negli ambienti scenografici ed esperienziali allestiti da designer, artisti e produttori, al di là del tradizionale evento promozionale.
Nella sua conferenza, il relatore farà riferimento anche alla mostra allestita al MoMA nel 1972 – Italia: il nuovo paesaggio domestico – curata da Emilio Ambasz e concepita in forma di rivelazione del Design Radicale come nuovo paradigma del design alle soglie della società postmoderna.
Fulvio Irace è stato Professore ordinario di “Storia dell’Architettura e del Design” presso il Politecnico di Milano dove ha occupato la cattedra di Storia e Critica dell’Architettura Contemporanea, e Visiting professor presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. È stato redattore per l’architettura delle riviste “Domus” (1980-86) e “Abitare” (1987-2007), ha collaborato alle principali riviste di settore nazionali e internazionali ricevendo nel 2005 il premio Inarch Bruno Zevi alla critica d’architettura. Attento soprattutto alle problematiche storiografiche dell’architettura italiana tra le due guerre ha dedicato allo studio di tali temi l’impegno di alcune mostre, tra cui La Metafisica: gli Anni Venti, 1980; “GliAnniTrenta”, 1982; “Architetture del Novecento”, 1988; e di libri, tra cui Gio Ponti: la casa all’italiana; Carlo Mollino; MilanoModerna ecc., che hanno riaperto il dibattito sull’architettura italiana. Alcuni suoi lavori sono stati alla base della riconsiderazione critica dell’architettura italiana tra le due guerre e nel periodo del miracolo economico e rimangono come punti fermi di un processo di rivalutazione dell’identità Italiana nel contesto internazionale. In tempi più recenti, la sua attenzione si è concentrata sull’architettura italiana contemporanea.
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