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Quando la moda non era di moda La produzione della moda italiana nei secoli XIII-XVIII

Conferenza di Doretta Davanzo Poli

La parola moda nel significato attuale compare solo nel primo ‘600. Per moda si intende quella delle classi sociali agiate (i poveri indossano l’usato), che evolve ed è legata al contesto geografico, sociale, religioso di un Paese in un determinato periodo storico. Dalle differenze nell’abbigliamento dei vari Stati di cui era costituita l’Italia, si può capire a quale nazione europea, per legami economici e diplomatici si voleva far riferimento e dunque si traeva ispirazione : quanto più dettagli originali si individuano, tanto maggiore era l’indipendenza politica. In questa occasione l’excursus inizia nel sec. XIII , con l’attivarsi delle corporazioni di arti e mestieri ( sarti, tessitori, tintori) e si conclude nel sec. XVIII, con la scomparsa dei manufatti determinata da progresso e rivoluzioni industriali, che ne hanno fatto dimenticare i valori qualitativi legati a materiali, tecniche, tempi di lavorazione.

La conferenza, in italiano con traduzione simultanea in ebraico, sarà accompagnata dalla proiezione di immagini.

Doretta Davanzo Poli è docente di Storia dell’Abbigliamento e dell’Arte Tessile dal 1986 all’Università di Udine e, dal 1994 a quella di Venezia. Tiene corsi specialistici anche in altri atenei. Laureata in Lettere e Filosofia all’Università di Padova, e diplomata in Paleografia-Archivistica-Diplomatica, ha diretto la biblio-tessilteca del Centro Internazionale delle Arti e del Costume di Palazzo Grassi (1973-80). Curatrice di una settantina mostre e relativi cataloghi su tessili e moda, tra cui alcune transitate all’estero, è consulente di importanti musei italiani, ha schedato migliaia di reperti tessili e partecipato ad importanti ricognizioni storiche tra cui quella sulle tombe di S. Antonio di Padova, di S. Luca Evangelista e di Petrarca. Conta oltre 160 pubblicazioni scientifiche.

  • Organizzato da: Museo d’Arte Ebraica Italiana U. Nahon di Gerusalemme
  • In collaborazione con: Istituto Italiano di Cultura