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I giardini medicei. Cosimo I al potere: villa Medici a Castello, i giardini di Boboli

 

Seconda conferenza sul giardino italiano dal tardo Medioevo all’inizio del Settecento, con Ada Vittorina Segre, esperta di storia e conservazione dei giardini storici italiani.

La villa di Castello, Palazzo Pitti e i giardini di Boboli sono tra le prime creazioni architettoniche e paesaggistiche, che contribuiranno all’affermazione politica di Cosimo de’ Medici, primo duca di Firenze, che qui crea una corte splendida, punto di riferimento importante della cultura rinascimentale. In questa conversazione si parla delle caratteristiche del giardino di Castello a Quarto Fiorentino e del suo programma politico, e dei giardini di Boboli, creati sulla collina retrostante a Palazzo Pitti a metà Cinquecento, e successivamente ingranditi verso sud nei primi decenni del Seicento.

Ada Vittorina Segre è un’agronoma, specializzata nella progettazione e nel restauro del giardino. Ha studiato presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, l’Università di Bologna, e presso l’Università di York in Inghilterra, dove ha completato un dottorato di ricerca. Ha pubblicato libri sul giardino seicentesco e numerosi articoli su temi legati al giardino storico, in particolare sul giardino rinascimentale e ottocentesco. Ha lavorato per molti anni in Italia, specializzandosi nel restauro: fra i suoi lavori si ricordaono il restauro dei Giardini segreti di Villa Borghese a Roma, del Giardino di Palazzo Doria Pamphily a Genova e del Brolo del Verginese vicino a Ferrara. Dal 2010 vive in Israele, si occupa di conservazione di paesaggi culturali e giardini storici (Sarona, Istituto Weizmann, Ramat Hanadiv, il giardino della casa di Yzchak Sadeh), ed è docente presso il Technion e alla Wizo Academy di Haifa, oltre che alla Western Galilee College di Acco. Ha concluso di recente un’estesa ricerca sui giardini di Tel Aviv degli anni ’30 commissionata dal Comune di Tel Aviv.

La conferenza si tiene in ebraico. Diapositive con didascalie in italiano

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura