Dall’attesa prudente all’aperta opposizione (1947-1949)
Conferenza di Paolo Zanini, Università degli Studi di Milano
L’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti del sionismo e dello Stato d’Israele è stato al centro di una pluralità di analisi, che hanno preso in considerazione tanto gli aspetti politici della vicenda, quanto quelli teologici. La conferenza intende chiarire in che modo l’opinione pubblica cattolica, italiana e internazionale, osservò gli avvenimenti compresi tra la dichiarazione ONU 181 del novembre 1947 e la dichiarazione 303 del dicembre 1949.
Ossia tra quando le Nazioni Unite decisero la spartizione della Palestina tra uno Stato arabo, uno ebraico e una zona internazionalizzata e quando, dopo la proclamazione d’indipendenza israeliana e la prima guerra arabo-israeliana, l’Assemblea generale confermò la necessità di giungere all’internazionalizzazione di Gerusalemme.
Nel breve volgere di due anni, infatti, l’attitudine del mondo cattolico rispetto al nuovo Stato si modificò profondamente, passando da un cauto riserbo, non privo di alcune timide aperture, a una contrapposizione assai ferma che, in particolare durante l’autunno 1949, portò a individuare nel Vaticano, e nelle nazioni cattoliche a esso più legate, uno dei principali avversari delle posizioni israeliane.
Paolo Zanini, assegnista di ricerca in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi storici dell’Università degli Studi di Milano, attualmente a Gerusalemme in qualità di Visiting Research Fellow presso il programma di Studi italiani del Department of Romance and Latin-American Studies dell’Università Ebraica, ha svolto ricerche sul ruolo della Santa Sede, dell’opinione pubblica e delle istituzioni cattoliche nei confronti del sionismo negli anni del mandato britannico e nei primissimi anni d’indipendenza dello Stato ebraico. Su questi argomenti ha pubblicato numerosi saggi e il volume Aria di Crociata. I cattolici italiani di fronte alla nascita dello Stato d’Israele, 1945-1951 (Milano, 2012).