Nell’ambito della III Edizione di Another Look / European Restored Film Project
Presentazione della versione restaurata
Soggetto: Eduardo De Filippo, Filippo Sarazani.Sceneggiatura: Sergio Amidei, Giancarlo Vigorelli, Franco Brusati, Liana Ferri, Roberto Rossellini
Fotografia: Tino Santoni, Enrico Betti Berutto
Montaggio: Jolanda Benvenuti
Cast: Gennaro Pisano, Giovanni Amato, Bill Tubbs, Helen Tubbs, Marilyn Buferd
A seguito di un incontro con un presunto “santo”, Celestino, fotografo di villaggio, scopre che la sua macchina fotografica ha il potere di causare la morte di tutti coloro che sono stati catturati dal suo obiettivo. Armato di in’acuta coscienza sociale, Celestino punta la nuova arma contro quegli abitanti del villaggio, che nella sua mente, perpetrano ingiustizie e oppressione. Ben presto, però, Celestino si rende conto di non essere più in grado di arrestare il suo progetto di riforma sociale, e che il successo di questo rischia di reclamare un prezzo troppo elevato.
Girato nel 1948 ed uscito nel 1952, La macchina ammazzacattivi segnò un momento di transizione nella carriera di Roberto Rossellini. La sua visione del realismo come “forma artistica della verità” induceva il celebre maestro italiano ad allargarne i limiti fino ad includere nuovi approcci stilistici. La macchina ammazzacattivi gliene fornì l’occasione: ritrarre la realtà con la spensieratezza e la fantasia della commedia dell’arte anziché con le sobrie rappresentazioni tipiche del Neorealismo.
Tuttavia questo slittamento stilistico non significò per Rossellini un abbandono dell’impegno sociale proprio del Neorealismo, ma un modo innovativo di illuminarlo. Nei paesaggi della Costiera Amalfitana trovò lo spirito della commedia fantastica ed il corretto contesto narrativo – un villaggio di pescatori al limitare della modernità. Tutt’altro che incarnazione di un idilliaco mondo bucolico, il villaggio del film è caratterizzato per lo più da meschinità e crudeltà associate ai mali del tempo: belligeranza fascista e avidità capitalista. Sotto le sembianze della giocosità, in questo film Rossellini ritrae la vita rurale rivelandone le tristi verità di “un mondo moderno sradicato, fondato sull’ambiguità morale, dove è ormai impossibile distinguere tra un santo ed un diavolo” (Constantin Parvulescu).
Il film è stato restaurato da Cineteca di Bologna, CSC-Cineteca Nazionale, Coproduction Office e Cinecittà Luce nell’ambito del Progetto Rossellini.
l film, in bianco e nero, dura 83 minuti.
In italiano con sottotitoli in ebraico e in inglese
Tel. *9377