Regista Francesco Patierno
Andare alle radici del fenomeno criminale per sottrarlo alla sua dimensione romanzesca e spettacolare. Raccontarlo, per meglio comprenderlo, da un punto di vista prima di tutto antropologico. Frutto di mesi di setaccio delle Teche RAI, Camorra è una selezione accurata di immagini di cronaca nera e vita di strada partenopea e campana.
In antitesi alla fiction da esportazione come Romanzo criminale e Gomorra, Francesco Patierno assembla solo immagini di repertorio: strade e vicoli violenti e poveri, ragazzini scippatori, scafisti, contrabbandieri, magazzini del contrabbando di sigarette e scatole di pelati.
Ma anche le foto delle esecuzioni sommarie e degli scontri a fuoco che hanno a lungo insanguinato la città – in gran parte provenienti dall’archivio fotografico Riccardo Carbone, fotoreporter di lunghissimo corso de “Il Mattino”. Una serie stupefacente di volti, sguardi in macchina curiosi e dichiarazioni spontanee dal mondo pre-social.
Tramite la voce narrante di Meg, la cantante di Torre del Greco già in 99 Posse, poi in modalità solista tra Napoli e New York, arrivano invece, oltre a una manciata di canzoni che compongono la colonna sonora, i testi di commento (di Patierno e di Isaia Sales, docente di storia della criminalità organizzata nel Mezzogiorno, anche lui collaboratore del quotidiano cittadino). Come: “Napoli è assuefazione che consente alla città il mantenimento di uno stato di equilibrio rispetto agli squilibri profondissimi presenti tra le classi sociali”.
Si indaga il confine indefinibile tra legalità e illegalità, il patto invisibile tra mondo di sopra e di sotto. A una fase iniziale in cui il contrabbando si dà come unica opzione alternativa ad altri tipi di delinquenza, segue l’arrivo dei marsigliesi e dei siciliani in città a dominare il traffico internazionale di eroina e cocaina, e la “naturale” ibridazione con la mafia, il mettersi al suo servizio. Un anti Stato, con codici, struttura, indotto, che si sostituisce non solo allo Stato – come dimostra tutto il cospicuo segmento sul sequestro di Ciro Cirillo (1981), assessore ai lavori pubblici per la regione Campania nel post-terremoto in Irpinia, e il ruolo di mediazione del pluriergastolano Raffaele Cutolo in quella prima trattativa Stato mafia – ma anche alla figura genitoriale, in un contesto di figli senza padri, madri senza pane, ragazzi senza lavoro né futuro. In presenza del regista.
Altre proiezioni: 25 maggio alle 19.15 in presenza del regista. Dopo il fim avra’ luogo un panel tra il regista e Agostino Ferrente, regista di “Selfie”