In italiano con sottotitoli in ebraico
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Munito di cinepresa e di microfono, Pasolini chiede a diverse persone cosa ne pensino del sesso. Ciò che avrebbe potuto diventare un semplice reportage televisivo, nelle mani esperte di Pasolini si trasforma in un nuovo canto d’amore rivolto all’umanità ed in particolare agli Italiani. Siamo nel 1964 e Pasolini sceglie la tecnica del cinema-varietà, molto popolare a quell’epoca, come strumento per indagare argomenti quali il tradimento, il nucleo familiare, i tabù, maschilismo e sciovinismo, la mercificazione della donna, l’omosessualità ed altro. Pasolini percorre l’Italia rivolgendo ad uomini e donne di tutte le età domande imbarazzanti, ripugnanti ed addirittura blasfeme per la maggior parte di loro. Il suo approccio verso gli intervistati è tuttavia immediato, pieno di tenerezza, innocenza e genuino interesse per il prossimo. E le persone, che potrebbero essere attori dei suoi film a soggetto, cooperano con lui mentre la cinepresa di Tonino Delli Colli è capace come sempre di creare straordinari ritratti sullo sfondo di paesaggi intrinsecamente identificabili con il cinema di Pasolini.
I risultati dell’indagine non furono lusinghieri e dimostrarono come il miracolo economico del dopoguerra non avesse prodotto un corrispondente miracolo culturale o intellettuale e come l’ignoranza e la riluttanza verso la sessualità fossero rimaste immutate. Eppure, l’amore profondo di Pasolini per l’umanità lascia allo spettatore, alla fine del film, un sentimento di stupore di fronte alla complessità umana e di riconoscenza per uno dei suoi maggiori poeti.
90 minuti, in italiano con sottotitoli in ebraico
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